Salita al Monte Paion de Prademur (Forcella Gardes) – 10 aprile 2012

Forcella Gardes è un obiettivo facile, di soddisfazione, che però per motivi anche assurdi non ero riuscito a raggiungere. Ricordo due anni fa che ci provai una sera, e arrivato a Casera Gardes 1778m mi trovai dei cani per nulla amichevoli che mi fecero battere in ritirata. Qualche simpatico cacciatore li aveva lasciati liberi finchè lui se ne era andato a zonzo.

In questa occasione, dopo un inverno avaro di neve, ci riprovo nella speranza di riuscire a raggiungerla e di non trovare eccessiva neve nel tratto da malga d’Ambrusogn alla Forcella stessa. Poi una volta giunto in Forcella avrei deciso il da farsi.

Parto da Pradimezzo 873m, luogo già conosciuto per essere partito un paio di volte, per essere andato al Bivacco Bedin e per una sfortunata uscita sulla neve a fine 2010.

Il ponte in legno sospeso sul torrente

Il ponte in legno sospeso sul torrente

Senza fretta parto un po’ prima delle 14. Si costeggiano a sinistra le case di Pradimezzo e quindi si passa sotto un portico che attraversa le ultime. Si prosegue su un bel sentiero per 200m e poi si prende a destra per il sentiero 764 che sale subito ripido, per facilitare il riscaldamento dei muscoli! Si sale così in mezzo agli alberi con facilità e con un sentiero ben visibile che dopo il primo tratto svolta a sinistra per mantenersi parallelo al Rù del Torcol. All’inizio neve o ghiaccio non ne trovo. Salgo di buon passo, senza eccedere, non ne vale la pena. Il tramonto è alle 19,15 circa, quindi mi rimarrà parecchio tempo in cima da aspettare. Meglio preservare le energie per una rapida discesa. A quota 1100m circa si arriva ad attraversare il Rù de Torcòl su un ponte in legno ben sospeso, che fa una certa impressione. Si sale su vari tornanti, ma su sentiero sempre sicuro e inequivocabile.

La malga nella radura, 1300m

La malga nella radura, 1300m

Arrivo così circa alle 15 alla Malga del Tòrcol, vecchio casolare, ancora ben stabile situato in mezzo a una radura. Si continua diritti e si riprende il bosco. Dopo una decina di minuti le tracce in alcuni punti si fanno più rade. Dovrò fare attenzione al ritorno, con il buio, a non sbagliare strada. Si sale, si costeggia una zona con parecchi alberi divelti, si guada un torrentello e si arriva quindi alla malga d’Ambrosogn a 1700m.

La prima neve che incontro, verso la Forcella Gardes

Ora il sentiero da seguire è abbastanza incerto, non la direzione che inequivocabilmente è verso ovest, alla ben distinguibile Forcella Gardes 1998m. Mi incammino, in mezzo alla radura cosparsa di vegetazione secca. Il periodo è proprio tosto, si vede come tutta la natura sia carente di acqua. Dopo 200m trovo qualche traccia di sentiero e proseguo più convinto. Verso i 1750m comincia la neve. Provo a procedere senza ramponi ma mi devo ricredere. Dopo poco, anche complice l’ora pomeridiana, devo indossare le mie fedeli Tubbs. Ad aiutarmi e a indicarmi il sentiero sulla neve trovo le tracce di un animale. E’ incredibile come gli animali conoscano i sentieri, e le loro tracce ricalcano esattamente i sentieri CAI pur se nascosti sotto la neve! La salita si fa sempre più tosta e la neve è abbastanza molla. Io d’altronde prendo la salita di petto e diritto senza zigzagare.

Arrivo finalmente in forcella. E’ molto presto, un po’ prima delle 17. Che fare ora? In direzione della quarta Pala non è il caso di andare, il sentiero è iuttosto ripido e innevato, e non lo coosco. Verso nord, in versante sud e completamente senza neve c’è una bella cima, il Paion de Prademur 2184m. Per salire ci sono dei bei prati con pendii notevoli da superare. Ci provo: tengo inizialmente la sinistra per passare accanto a dei cocuzzoli che non hanno voglia di farsi passare sulla cima e quindi con attenzione per non scivolare nel passaggio in diagonale. Passato il secondo cucuzzolo punto diritto su, su una salita molto ripida e scivolosa anche se su prato. Arrivo sopra la cresta e ora punto alla vetta del Paion. Prima passo una zona di bassi mughi, leggera discesa e poi si riprende quota con buon passo. Arrivo infine in cima. Da qui si gode di un bel panorama, in particolare si notano la Torre di Lagunaz e la Terza Pala sbucare da sopra le Cime del Van del Pez. In lontananza le Pale coperte da nuvole in certi settori e comunque ncora ben innevate. Poi dalla parte opposta la bella mostra di sè la Civetta. Molto più lontano, a nord-est la Tofana di Rozes, inconfondibile. Me ne sto per un bel po’ in cima qui a riposarmi, a mangiare qualche cosa e ne approfitto che c’è campo a chiamare l’amico Giuliano che ero passato a mezzogiorno a trovare ad Agordo.

Verso le 18,30 scendo al passo dove ho deciso di aspettare il tramonto. Purtroppo, poco prima del tramonto il cielo comincia a coprirsi di nuvole, così gli ultimi topici minuti sono trascorsi nella oscurità, nella mancanza di raggi del sole, che ncora un po’ colpiranno la lontana Civetta. Verso le 19,30, ormai quando tutto è passato comincio a scendere. La discesa sarà abbastanza veloce. Passo la Malga D’Ambrosogn verso le 20,15, e da qui mi lancio di corsa verso Pradimezzo, dove arrivo alle 21 giuste.

Un bel giro, una bella corsa anche se le condizioni del meteo non sono state le migliori per donarmi dei bei paesaggi luminosi per le mie riprese fotografiche. Non importa. L’uscita è stata sicuramente proficua. A questo punto alla prossima, alla malga Campigat!

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