Malga Campigat – Pale di San Lucano/S.Martino – 26 aprile 2012

Nei giorni che precedono questa uscita il meteo per un paio di settimane ha girato al brutto. Era anche ora, la siccità stava colpendo duramente tutto il Veneto e le Dolomiti, dopo un inverno molto secco. Dal 25 si cambia al bello. Il 25 era stato bello il mattino ma poi si era incupito verso mezzogiorno. La nostra data per l’uscita era fissata per il 26. Previsioni al top.

Partiamo presto per cercare di avere neve buona. Obiettivo ….. non si sa bene. Mi piacerebbe andare al Col Alto, ma le previsioni dicono pericolo valanghe 3–>4, quindi è bene usare prudenza. Arriviamo a Gares. C’è neve e indossiamo subito le ciaspe da Capanna Comelle 1333m. A questo punto parte il piano B, Malga Campigat. Speriamo bene.

La veduta verso la Vezzana, Bureloni alla destraIl sentiero nel bosco è innevato ma facile, senza problemi. C’è parecchia acqua, piccoli torrentelli si aprono strada in mezzo alla neve. Arriviamo a quota 1500, al bivio tra il sentiero che porta alla Malga Campigat e alla Valbona. I cartelli segnaletici sono ben coperti sotto la neve, ma un po’ il sentiero lo conosco, anche se non ero mai andato prima alla malga Campigat 1801m. Qui sul sentiero comincia qualche cumulo di neve, nulla comunque di preoccupante. Si sale in zona scoperta e la pendenza in certi tratti aumenta, e con essa la fatica visto che aumenta anche la neve. Il sentiero è tale che si sale in condizioni normali senza difficoltà. Dalla partenza non si direbbe che esiste una così semplice via per salire fino alla Malga e al Sasso Negro. Girare a zig-zag è una tecnica che mi lascia sempre stupito per i grandi dislivelli che si riescono a percorrere.

Dopo il bivio, i restanti 300 m trascorrono interminabili, pur nel cambiamento di direzione che gli zig-zag impongono. Arriviamo infine alla Forcella Cesurette e subito dopo alla malga, in un silenzio e pace invidiabili, al cospetto delle Pale dei Balconi che ci sovrastano e sembrano imponenti.

Malga Campigat 1800m

Malga Campigat 1800m

Giriamo tra stalla e malga, qualche foto, e poi decidiamo di dirigerci in direzione di Cima Pape. Superiamo i primi due colli, e poi ci troviamo di fronte a un traverso con neve poco simpatico per rischio slavine. Ripieghiamo sui nostri passi e prendiamo la via del Sasso Negro. La neve è sempre di più, bella, incontaminata ed è uno spasso passare per primi, anche se è faticoso. Saliamo fin oltre quota 2000. Sono circa le 11. A questo punto, visti i pendii che si fanno più minacciosi accanto al sentiero, preferiamo chiudere senza rischi la giornata e ce ne torniamo velocemente alla Malga.

Nel ritorno mi si slaccia la ciaspa, affondo così con la gamba fino a tutto il ginocchio. Questa indicazione è utile per sapere quanta fosse la neve caduta in quei giorni. Il ritorno si fa piuttosto velocemente.

La giornata è stupenda, un sole cocente, un panorama fantastico ai piedi delle Pale dei Balconi e al cospetto delle Pale di San Lucano. Mi lascio cucinare dal sole mentre mi mangio con tutta calma un bel panino.

Rimaniamo un’ora a goderci panorama, sole, tranquillità e quindi prendiamo la via del ritorno. Il ritorno scorre via veloce e senza problemi. Da notare che nel tratto terminale della discesa, gli ultimi 100 m, notiamo chiaramente che pur essendo in versante nord parte della neve già si sta sciogliendo. Ciò che abbiamo trovato quindi in quanto a neve non sarà più vero già pochi giorni dopo.

E’ una zona che non avevo mai percorso, però mi ha veramente impressionato, e che per un giro non troppo impegnativo consiglio sicuramente anche per l’estate. E’ inoltre una zona ben battuta anche dalle MountainBike, che partono da Col di Pra’, salgono alla malga, ridiscendono a Gares e tornano alla base per la strada. Alla prossima !

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