Alla Fradusta in invernale – 30 Novembre 2011

Questo giro è il frutto di lunghe meditazioni … e anche qualche tentativo andato a vuoto. La stagione senza grandi nevicate ci sprona a tentare l’assalto alla Fradusta. Ci avevamo provato, come si può vedere a questo link, ma l’eccessiva neve ci aveva bloccato su un traverso. In compagnia di Ale e Marco ci riproviamo. Partiamo abbastanza presto, per essere in movimento prima verso le 6,30. Si parte con il buio da quota 1300m, ma il primo tratto è ben conosciuto, quasi a memoria, fino al rifugio Treviso. Sentiero tra l’altro già presentato anche in altra escursione autunnale e pure in una invernale. Neve inizialmente non ce n’è. Poco prima delle 8 sorride l’alba alle vette settentrionali della Val canali: Cime Lastei e Manstorna. Da qui comunque l’alba non si accende al meglio, la visione è  parziale. Siamo attorno ai 1900m verso le 8. La temperatura è bella fresca, ma finchè si cammina non ci si fa caso e si sta bene. Passiamo i bivi per i Vani Alti, quello per la Ferrata Fiamme Gialle a 2000m e di neve si comincia solo a vederne qualche traccia. E’ solo circa dai 2100 m che cominciamo a trovare neve in modo consistente.

Tuttavia, cercando le rocce e le vie per le creste riusciamo ad arrivare al passo Canali senza necessità di indossare le ciaspe. La giornata è bella, anzi calda al sole. Qui si riparte ora con le ciaspe verso la forcella del ghiacciaio. Ma quanta fatica! Ora la neve è abbondante, farinosa, si sprofonda abbastanza e riusciamo a fare un passo avanti e mezzo indietro. Avanti così arriveremo “lunghi” alla meta. E’ così dal passo al culmine del successivo strappo. Segue un tratto di “consolidamento” in cui si riprende il fiato e quindi si riparte in salita verso il passo. Si passa da zone ove non c’è il sole e fa molto freddo, a zone dove il sudore gocciola abbondantemente e le maniche non bastano più per asciugarsi.

A metà di questo tratto di salita c’è un bel traverso, che quando è ricco di neve non consistente consiglia  di prendere altre strade. In questa occasione di neve non ce n’è molta e possiamo continuare per la traccia del sentiero estivo. Fortunatamente, a interrompere il ritmo subentra una bella pernice, bianca nella sua livrea invernale, che attira l’attenzione e ci fa scattare qualche foto ponendosi in bella mostra. Ormai siamo prossimi a scollinare la Forcella alta del ghiacciaio, e la fatica è veramente notevole.

Ora in cresta alla Fradusta la neve cambia, diventa ghiacciata. Gli amici con le loro ciaspe si sentono a mal partito. Le mie Tubbs ramponate invece tengono che è una meraviglia. Ora si sale con meno fatica. I ramponi si avvinghiano sul ghiaccio, non si scivola più e il passo è deciso.
Prima dell’ultima (si fa per dire) rampa di ascesa, scatto un po’ di foto e poi riprendiamo l’ultimo tratto di salita. Mancheranno 150m,  a questo punto molto, molto faticosi. Arrivati quasi in cima puntiamo a nord per la cresta che ci porterà al punto trigonometrico.

Neve non ce n’è tantissima. In cresta in vento ha fatto il suo lavoro, e l’ha ripulita per bene. Arriviamo verso le 12,30 in vetta. Si sta bene. Si mangia, si scherza, qualche foto e poi si riparte.

Il progetto originale era quello di scendere per il rifugio Pradidali, ma qui ha vinto la scelta conservativa di scendere per il sentiero appena battuto, onde evitare di incappare in qualche insidia non prevista della neve.

La salita è stata lunga, ma la discesa non è molto da meno. Arriviamo giù alla macchina a tramonto quasi passato, poco dopo le 16,30.
Una bella giornata, un ambiente montano severo e una bella cima da 2940m, che per essere inverno è un bel traguardo.
Alla prossima , e sempre Buona Montagna!!

E qui sotto la galleria d’immagini che presenta l’escursione per immagini!

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