Alla Cima di Pramper – 5/7/2012

Quando si sale lungo la Val di Pramper, si nota sulla sinistra una lunga catena di cime pressochè inviolabili, se non per alpinisti e duri escursionisti. Almeno questa è l’impressione. Spesso le cime si salgono dal versante opposto, dove tutto diventa molto più facile. Così è per la cima di Pramper il cui percorso di salita presenterò qui.

Come spesso quando si affronta la Val di Pramper, punto di partenza è il parcheggio a 1170m presso il Pian delle Foppe, poco prima del ponticello che porta al rifugio Sora l Sass, percorso già presentato qui anche in edizione invernale.
Il percorso della normale al Pramper prevede di percorrere tutta la vallata, transitare di fronte alla malga Pramper, salire al rifugio Sommariva al Pramperet

Rifugio Pramperet

Rifugio Pramperet

e da qui prendere il sentiero 521 che sale alla Forcella Piccola a 1943m e quindi entra in Val di Cornia, per poi salire alla Forcella del Palon e in cresta si arriva in cima a 2409m.

Come detto si parte dal Pian delle Foppe e si segue la strada bianca che procede fino alla malga Pramper posta a 1540m. La strada è percorsa anche dalla Navetta che porta i turisti alla malga. Per questo è buona cosa tagliare per il sentiero presente subito dopo il primo tornante a destra. Si sale così in mezzo agli alberi e con buona pendenza fino al Pian dei Palui, dove consiglio di riprendere la strada che corre poco sopra sulla destra a ridosso del limite degli alberi.

La malga è molto ospitale. Si può trovare qualche cosa di buono da mangiare, basta aver tempo 🙂

Qui il sentiero continua sempre ben segnato verso il rifugio Pramperet 1857m. Unica nota il fatto che risulta in alcuni tratti fangoso. Sale con buona pendenza, in particolare poco prima di metà percorso, laddove è presente un canalone formato da una frana e sul sentiero nell’ultima parte prima di arrivare al Pra de la Vedova. Il rifugio è a due minuti dalla sommità del Pra. Da qui si continua per il sentiero 521, che dapprima scende di quasi 100m, e poi risale. Questo tratto è necessario per aggirare da dietro il gruppo del Pramper.

Prati fioriti prima della Forcella Piccola

Prati fioriti prima della Forcella Piccola

Il sentiero è poco battuto e l’anno scorso ci siamo accorti in tempo di due bestioline nere che salivano lungo le gambe. C’è infatti erba alta nel tratto attorno a quota 1800m, quindi ottimale alle zecche per saltare sui viandanti.

Si passano un paio di canalini dove scorre dell’acqua, si sale ancora fino a un primo dosso, si scollina dolcemente e poi si sale per l’ultimo strappo verso Forcella Piccola. Da notare che il sentiero sale verso la forcella protetto da un bel filo spinato sul bordo esterno. E’ bene sperare di non mettere male i piedi. Sono rimasto alquanto allibito da questa scelta di posizionare del filo spinato in quella posizione su un sentiero CAI.

Dopo la Forcella Piccola mi si presenta il panorama sulla Val Cornigia,

Val Cornigia

Val Cornigia

un luogo all’apparenza dimenticato, con il fascino del selvaggio nonostante la chiara presenza della malga nel suo punto più basso. Un selvaggio che cela anche il sentiero che porta in Forcella del Palon. Subito dopo la Forcella Piccola, sulla sinistra parte il sentierino in mezzo ai mughi, che dopo poco sembra spegnersi. Invece è proprio lui. Si continua in mezzo ai mughi sempre più fitti, ma dopo un primo tentennamento il sentierino si ricompone e appare chiaro e conduce fuori della macchia dove ci si riporta su un terreno di massi e ghiaia.
Si attraversa la zona e si sale verso la forcella del Palon su con qualche fatica per il pendio assai impegnativo. Guadagniamo la Forcella e di fronte abbiamo la valle del Pramper con il Castello del Moschesin e verso nord vediamo la catena degli Spiz.

La catena degli Spiz

La catena degli Spiz

Fin qui di problemi non ce ne sono. Sentiero lungo sì, ma senza difficoltà. Ora procediamo per la cresta di salita al Pramper. Anticipo che la cima non si vede fino a quando non si è arrivati, per cui qualsiasi idea di scorgere la meta è una pura illusione!

Si sale tra massi, quasi a fare una gimcana, e il sentiero è sempre ben tracciato da bollature o ometti. Si sale qualche muretto, se ne scavalca un’altro, tutto al massimo sul primo grado, si accosta a sinistra un altro costone e si guadagna finalmente la vetta. Ho impiegato con passo tranquillo poco meno di 4 ore. Sosta, firma nel libro di vetta ben custodito in un tubo posto sul lato destro della cima, piuttosto stretta e angusta. Si può stare comodi in due ….. di più ci si da fastidio.

Particolare sugli Spiz

Particolare sugli Spiz

Rimango su una buona ora e verso le 19 comincio a scendere. Preferisco rientrare a casa per mezzanotte.

La discesa è molto tranquilla, e mi godo gli angoli di panorama che mi si presentano fino alla forcella del Palon scattando qualche foto di tanto in tanto. A questo punto mi viene il dubbio : scendo seguendo il sentiero di salita o scendo per il lungo canalone che finisce in Val di Pramper esattamente al primo tornante. Questa ultima possibilità è sicuramente più breve, ma non è segnata e siamo sul far della sera. Sono da solo e scelgo la soluzione meno rischiosa. Scendo per il sentiero dell’andata.

Quindi tutto bene, ripercorro abbastanza velocemente il sentiero e arrivo al rifugio Pramperet proprio mentre comincia a piovere. Anzi, che piovere!!!! Tuoni lampi e grande acquazzone. Per fortuna sono arrivato in tempo al rifugio. Aspetto qui che si plachi il temporale e quindi riparto verso il Pian delle Foppe, con una pioggerellina leggera. Questa sarà l’unica sera di in cui vedrò la pioggia in tutta l’estate. Anzi, in tutto il 2012 fino ad oggi in cui scrivo. Scendo quindi alla luce della frontale in un terreno a me conosciuto.

Conclusioni ….. ennesima sgroppata, bella soddisfazione. Una bella cima che acconsente di avere una visuale molto interessante su Dolomiti di Zoldo, Dolomiti Bellunesi e Agordine. Da consigliare ? Assolutamente sì

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