Baita Colmont – 3/5/2014

Ai piedi delle Cime d’Auta v’è una bella zona dove sono presenti baite comode e confortevoli.

Si trovano qui, la baita Colmont, baita Papa Giovanni Paolo I, baita Pianezze e il rifugio Cacciatori

Il 3 maggio ho accompagnato degli scout alla Forcella  di Lagazzon, da dove sono partiti per la Baita Colmont. Io invece avevo previsto di andare alla Baita Giovanni Paolo I passando per il Rifugio Cacciatori. Tutto piuttosto semplice e con dislivelli da inizio stagione.

Tre giorni prima avevo pure fatto un sopralluogo per assicurarmi che il sentiero per la Baita Colmont fosse a posto e verificare la quantità di neve presente, che era poca e solo tra i 1600 e 1750m.

Si parte verso le 15,40, il sentiero 687 nel tratto iniziale è largo e del tutto privo di neve;  partiamo, si cominci con un breve tratto in falsopiano e poi si sale. Passiamo vicino a una baita sulla sinistra e poco dopo un’altra a destra. Passiamo su un ponte che sorpassa uno dei numerosi torrenti della zona e seguiamo una nuova rampa di salita. Poco dopo si arriva a un bivio: a sinistra si prende per il Rifugio Cacciatori e a destra per la Baita Colmont. Qui ci separiamo, io vado a sinistra e i ragazzi a destra.

Trovo un po’ di neve, poca cosa. Poco dopo si svolta a destra incrociando il sentiero che sale da Feder. Procedo e quasi subito si trova un altro bivio ben segnalato (le indicazioni sono sempre presenti e chiare) e prendo a sinistra. A questo proposito merita menzione il fatto che nelle carte Tabacco alcune indicazioni sono sbagliate. Il bivio ora menzionato non è presente.

Albero di traverso al sentiero

Albero di traverso al sentiero

Da qui cominciano i problemi. Il sentiero è di quelli tranquilli, pendio dolce, in mezzo agli alberi, ma la sorpresa l’ha creata l’inverno: comincio a incrociare sulla strada alberi abbattuti. Quasi mai è agevole superarli, spesso devo deviare il percorso, salire per poi scendere tra i rovi, scoprendo placche di ghiaccio; una vera e propria gimcana nella giungla.

Quando arrivo al canalone ove scorre il torrente scorgo la neve che blocca molti passaggi, terra trascinata a valle ovunque. Passo il torrente e si perde subito il sentiero, che credo sia sotto la neve. Scorgo in alto sugli alberi, tra i 2 e 3 metri di altezza, delle fetucce bianche e rosse. Presumo siano delle indicazioni messe lì per l’inverno.

Devastazione

Devastazione

E infatti dopo alla Baita scopro che è così. Continuo a seguire le fetucce in salita, passando sopra tronchi divelti, e alla fine come previsto arrivo al sentiero.

Ancora poco e sono alla baita. Ho impiegato due ore per fare 400m di dislivello!!! Lì trovo il gestore, che vi abita. Sempre aperta ! Due chiacchiere e mi chiarisce che dalla Baita Giovanni Paolo I non si passa al versante della Baita Colmont, e che quello segnato in carta è un errore. Gli credo, e ci mancherebbe!. Mi fa intendere che il sentiero verso la baita Colmont è danneggiato, e quindi parto subito, per non farmi sorprendere dal buio. In effetti anche questo sentiero è disastrato: trovo zone franate, alberi sempre in mezzo ad occupare la sede; vado a cavalcioni di tronchi, saltandoli e tenendo i piedi ancorati ai rami. Arrivo a un canalone completamente innevato, è quello che avevo passato più sotto; innervosito guardo in alto e vedo che lo si può risalire. Indosso i ramponi e comincio ad affrontarlo. La neve è balorda, ogni tanto anche i ramponi scivolano. Lo risalgo con attenzione a non cadere in qualche buco, si sente spesso l’acqua che scende vicino alle rocce e qualche voragine ogni tanto si intravvede.

Uno dei motivi per cui le slavine hanno abbattuto sia alberi che trascinato a valle terra è perchè la neve è venuta prima che il terreno ghiacciasse, e così alle prime slavine la neve ha trascinato tutto, terra compresa.

Salendo per il canalone innevato

Salendo per il canalone innevato

Scorgo nel tratto più alto quasi all’uscita una volpe, e ancora un camoscio che veloce salta il greto del torrente. Non so quanto tempo passo a risalirlo, ma alla fine mi dichiaro arrivato e piego verso est, in direzione della baita Colmont. Sono circa a quota 2150-2200m. Qui vi sono dei bei traversi su erba con pendenza molto forte. La neve è scomparsa. Tengo i ramponi per fare questi traversi senza scivolare. Se il pendio è eccessivamente inclinato prendo la salita per evitare problemi. Arrivo così poco prima delle 20 in vista della zona della Baita Colmont, che ben conosco. A questo punto mancano ancora 20 minuti ad arrivare dai ragazzi, ma posso stare tranquillo. Mi godo il tramonto sulle Pale e sulla valle del Cordevole. Anche sulle Pale di San Lucano brilla una luce molto accattivante.

il fluttuare di un tramonto

il fluttuare di un tramonto

Quando il sole si abbassa completamente oltre l’orizzonte riprendo l’avvicinamento alla baita. Scendo e salgo un paio di canali e quindi giungo esattamente a 2150m sulla cresta che insiste dalla Baita Colmont.

Scendo mentre il freddo comincia a pungere e si alza un forte vento e dopo una decina di minuti arrivo alla Baita attraversando gli ultimi nevai.

La baita ha 4 reti metalliche e nessuna coperta in mansarda più 4 panche strette e anguste e due tavolacci.
Il camino funziona bene e vi si trova parecchia legna, mentre la cucina economica ha il camino che tira male e si rischia di affumicare tutto l’ambiente.

Notturno su Falcade

Notturno su Falcade

Vi sono anche altre tre persone, e per cui in tutto siamo sette. Mi sistemo alla bene meglio e, tra un pisolo e l’altro esco per qualche scatto notturno. La notte è assai favorevole. La conclusione è che dormo poco anche questa volta, oltretutto le panche sono estremamente strette e non è facile riuscire a chiudere occhi.

Arriva anche l’alba, con essa i raggi del sole a scaldare le pareti di Dolomia, le Cime d’Auta e le Pale.

Dopo poco si scende, questo sentiero è libero da alberi e ostacoli vari. Si scende bene e velocemente in 45 minuti seguendo il sentiero che è quasi per la totalità del suo sviluppo carrabile (solo agli autorizzati).

Baita Colmont, una uscita che posso consigliare a tutti seguendo il sentiero diretto 687 che parte da Forcella Lagazzon. Il panorama non vi deluderà!

Nella galleria che segue sono presenti anche foto invernali riprese sempre dalla medesima Baita

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