Nella neve tra le forcelle – Spalti di Toro – 28/5/2013

Uscita per saggiare il terreno negli Spalti di Toro. Obiettivo è la Forcella Montanaia, però nulla mi vieta cammin facendo di cambiare idea.

Parto di buon mattino, le previsioni non sono buone, mi lasceranno solo il mattino e poi pioverà nel pomeriggio.

Parcheggio la macchina al rifugio Padova. Prima delle sette comincio a camminare. Prendo il sentiero 346. Alla quota rifugio 1287m non c’è neve. Comincio a trovarne verso i 1450m, in mezzo al bosco. Sono chiazze che non destano problemi.

Il Io bivio

Il Io bivio

Il sentiero è semplice, senza problemi e arrivo al primo bivio. Qui prendo a destra e il sentiero diventa il 342. Procedo tranquillamente per circa 100m di dislivello.
Trovo, subito prima di entrare in una zona tipo letto di torrente colmo di sassi, un bell’albero che chiude il sentiero. E’ un’avvisaglia. Poco male, lo giro a sinistra e procedo sui sassi del greto. Qui c’è neve, ancora poca ma continua. Devo stare attento a non scivolare tra sassi e neve che nasconde il terreno.
Arrivo ad un certo punto, quota 1650, dove il sentiero, sempre segnato sembra andare a sinistra, essendo presente il segno rosso su un bel masso tendente a sinistra. E io procedo per un centinaio di metri. Però non mi torna …… ho perso la bollatura del sentiero, pure il gps pare dica (in uno dei pochi momenti di lucidità che dimostra di avere) che sono fuori sentiero. Dove avevo preso a sinistra, invece dovevo andare a destra, dove il greto sembrava ancora più disastrato. Ritorno sui miei passi e ripiegando taglio un po’ di strada e mi ricongiungo con il sentiero. Anche il gps è contento, e torno a vedere le bollature del sentiero.

Gli alberi abbattuti

Gli alberi abbattuti

Quasi subito mi appare un paesaggio disastrato, alberi caduti, sentiero che comunque si intuisce. Non conoscendo la zona non so se siano resti di una valanga degli anni scorsi o di quest’anno. Dopo saprò che trattasi di una valanga di quest’anno. Da vedere, cosa è capace di fare una valanga. Chissà da dove era scesa …..
Sembra di essere in una foresta, mi arrangio e con calma (nel frattempo devo cercare di recuperare un po’ di segnale per il mio telefono perchè mi hanno cercato) ne vengo fuori. A questo punto indosso le ciaspe, siamo a circa 1750m
Mi trovo davanti a un muro di neve, che supero prendendolo alla sinistra dove comincia ad innalzarsi il pendio.

Il secondo bivio, a quota 1800m, in Val d'Arade

Il secondo bivio, a quota 1800m, in Val d’Arade

Sopra il muro di neve trovo delle tracce di sci, che mi diverto a seguire. Dopo circa 70m arrivo al secondo bivio, tra forcella Montanaia  e forcella Monfalcon di Forni, entrambe circa poste a 2300m. Guardo la forcella di Montanaia, con questa neve è meglio starci lontani, prendo a sinistra per la seconda. Qui ora si sale, bene, e si fa fatica, tra buche e neve pesante non è un bell’avanzare. Ma ne ho fatte di peggio. Le buche sono veramente un assillo, ne becco una che mi blocca la ciaspa sinistra, riesco ad uscirne forzando un po’ e senza togliermela. Continuo a salire, ci saranno in certi punti 50 cm di neve pesante. Sbuco alla fine fuori del dosso con vista a sinistra sulla forcella Monfalcon di Forni (ben lontana), e a destra sul canalone che sale verso la Forcella Montanaia. Sono a quota 1900m. Sono le 10,30. Mi accontento di essere arrivato qui.

La forcella Monfalconi

La forcella Monfalconi

La giornata non è un granchè, però si intuisce lo spettacolo di questo angolo di Dolomiti, cime che svettano con campanili e guglie ad arricchire il fiabesco paesaggio. Intuisco, e come da programma si tornerà con altri obiettivi.
Ho visto come sono i sentieri e come primo avvicinamento va bene. Va bene anche perchè le cime scaricano neve a go go.

Una slavina precipita dalle rocce

Una slavina precipita dalle rocce

Vedo una slavina scendere lungo il canalone che porta in Forcella Montanaia. La fotografo.

Bevo e mangio un po’ di cioccolata e comincio la discesa, con molta attenzione nei tratti più ripidi in alto.

Arrivo al Rifugio Padova giusto giusto per le 12. Il Rifugio è aperto, chiedo al gestore se si può avere una pastasciutta e conferma, anzi, visto l’affollamento (io e un altro avventore che arriva dopo qualche minuto) ci fa sedere al suo tavolo. Così parliamo e ci conosciamo un po’.

Un po’ prima delle 14 riparto, il meteo si incupisce come da previsioni. Aspettiamo la bella stagione ….. che non sia quella del 2014 🙁

Il Rifugio Padova

Il Rifugio Padova

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