Il Cor di San Lucano, lo straordinario richiamo sulle Pale dei Balconi – 26/27 Luglio 2012

El Cor di San Lucano, me ne avevano parlato e avevo trovato delle informazioni. Raggiungerlo un progetto  di un anno fa. Ma come sempre, le montagne sono tantissime, i giorni pochi. Per cui non se ne era fatto nulla, fino a fine luglio 2012.In quei giorni mi organizzo con Danilo Benvegnù, valentissimo videoamatore i cui lavori si possono vedere a questo link, che già conosce il sentiero, e architettiamo una uscita che ci consenta di rimanere al Cor per riprendere le luci del tramonto, della notte e dell’alba, che a questa data nessuno aveva ancora ripreso.

Dobbiamo aspettare i giorni buoni con ottimo meteo al fine di evitare di prendere pioggia di notte. La finestra meteo buona arriva tra il 26 e 27 luglio. Predisponiamo il tutto e ci troviamo al parcheggio a Col di Prà. Prendo tutto dalla macchina e si parte. A questo proposito consiglio una partenza da Gares, che è sita a quota più alta, e fa risparmiare 400m buoni di dislivello e una bella scammellata sulla strada che sale dalla Val di San Lucano. Siamo circa alle 15 al Pian de le Reane.

Pian de le Reane. Dislivello e tempi da qui

Pian de le Reane. Dislivello e tempi da qui

La prima parte di camminata è abbastanza noiosa, almeno fino alla malga Campigat 1801m. Da qui si costeggia inizialmente un torrente e poi si segue il sentiero 761 che porta a Campo Boaro. Prima di arrivare al Campo Boaro si raggiunge una zona pianeggiante, circa a quota 1900m. E’ la Piana delle Saline.

Canale di discesa con masso che ostruisce il passaggio nella zona alta

Canale di discesa con masso che ostruisce il passaggio nella zona alta

Qui, invece di seguire il sentiero che curva verso destra si prosegue a sinistra per una leggera traccia nell’erba. Si percorre così la Piana e si punta verso il basso accostandoci sulla destra alle rocce che sprofondano sulla Valle di San Lucano dall’alto degli Altipiani, è la Valle dei Camosci. Ci inseriamo tra fronde di arbusti puntando al canalino che ci farà passare sul versante opposto.

La discesa fa un po’ impressione inizialmente, e invece è abbastanza semplice e soprattutto non bisogna farsi prendere dal panico 🙂 In primis si tratta di scendere sotto a un macigno appoggiato superiormente al canalino. Lo si prende sulla sinistra e si trova subito uno scalino che permette la discesa proprio sotto al masso solo abbassandosi un po’.

Si continua la discesa su terriccio sdrucciolevole e sfasciumi vari. L’ultimo salto è su sabbia …. una goduria.

Vista dalla base del canale. Si passa sulla destra del masso che sta in alto

Vista dalla base del canale. Si passa sulla destra del masso che sta in alto

Si arriva sul fondo del canalino dove scorre un bel rivolo d’acqua.

 

A questo punto si sale per traccia e quindi si comincia lo spostamento a sinistra verso est.

Dopo aver abbondantemente ripiegato come dimostra il percorso disegnato sulla foto poco sotto, si comincia ora a risalire in senso opposto verso destra, quasi sempre su terreno erboso. Ogni tanto si trova qualche ometto di pietra a rassicurare che la strada è quella giusta, altre volte qualche bollatura che qualche alpinista “integralista” si è divertito a cancellare parzialmente battendo i massi con un martelletto !

Una informazione importante, il sentiero che sale fino al Cor non presenta mai difficoltà superiori al I°. Se vi sembra di trovare qualche percorso più difficile vuol dire che vi sarete allontanati dal sentiero ideale.

Sentiero per il Cor dettagliato

Sentiero per il Cor dettagliato

Essenziale è tenersi alla sinistra del canalone che risale la montagna e che vi accompagnerà fino in cresta a ridosso del Cor. Si risale quindi liberamente fino a poco più di metà ascesa, dove poi si prende a sinistra per l’unico passaggio un po’ esposto della salita [vedere foto nello slideshow finale]. Si taglia a sinistra e subito si trova un ometto. Da qui si sale in diagonale fino ad arrivare in cresta a vedere il Cor. L’arrivo coincide con l’arrivo del canale che sale da sotto e che ho ripreso nella foto.

Fa impressione questa vista dall'alto? No, dal vero non sembra :-)

Fa impressione questa vista dall’alto? No, dal vero non sembra 🙂

Arrivati qui ci si può tranquillamente godere il panorama. Abbiamo impiegato dal Pian de le Reane (Stua) poco meno di tre ore, per un dislivello di circa 1050m
Guardando il Cor abbiamo alla sinistra la catena settentrionale delle Pale, dalla Vezzana fino agli ultimi Lastei del Focobon, lungo la cresta arriviamo a vedere la Civetta, a destra tutto il gruppo meridionale delle Pale, a partire dall’Agner fino alla Croda Granda, al bivacco Reali e alle cime del Marmor.
A questo punto abbiamo aspettato il tramonto e l’alzarsi delle ombre dalla valle fino alle cime dell’Agner e della Croda Granda.

Vista del Cor sul far del tramonto

Vista sul far del tramonto

Ma ormai le nostre aspettative non sono più solo limitate a tramonto o alba, ma a tutto quell’arco di tempo che va dal tramonto all’alba, compresa la notte.
Ci prepariamo per la notte. Dobbiamo attendere parecchio per vedere un bel cielo stellato. Rimaniamo perciò in attesa fino alle 23 circa e poi ci apprestiamo a nuove riprese, in particolare sul Cor durante la notte, con la sola luce della luna a rischiarare in parte i monti.
Una volta esaurito anche questo compito che regala sempre grandi prospettive ed emozioni nel vedere un cielo stellato come solo queste quote sanno regalare, e con un po’ di preoccupazione perchè in lontananza vediamo fulmini in buon numero, entriamo nel sacco a pelo per qualche ora di buon riposo. Alle 5 cominciamo a vedere la prima luce. Ci prepariamo perciò per l’alba.

L’attesa è viva. Da dove esattamente sorgerà il sole? Farà risplendere in suoi raggi sull’Agner? La luce del sole infiamma la Vezzana e tutta la zona delle Pale settentrionali, ma non il versante settentrionale della linea di creste che vanno dall’Agner alla Croda Granda.
E’ come sempre un grande spettacolo che abbiamo il privilegio di vedere, e ora dopo averlo fermato nelle nostre macchine da ripresa ci apprestiamo a scendere.

A questo punto vi sono due possibilità, o scendiamo per la stessa via dell’andata, o proseguiamo per le Pale dei Balconi e quindi per il sentiero 776 che dalle Pale dei Balconi si ricongiunge con il sentiero 766 che proviene dall’Altopiano e scende verso Campo Boaro e quindi malga Campigat.
Secondo me è consigliabile per tempo e facilità la prima possibilità, però per fare un percorso diverso abbiamo scelto la seconda.

Si parte dalla cresta del Cor in salita, perchè è necessario percorrere le creste fino ad arrivare in vista della Tromba del Miel.

Profilo delle creste per arrivare al Cor dall’Altopiano

Il percorso non è banale, spesso esposto, su terreno discreto, in parte friabile. Dopo essere saliti sulla prima cresta la seconda si prende sulla destra, e quindi si continua sempre su tracce che tengono la destra della cresta salendo dal Cor. E’ dopo la seconda cima che il sentiero si fa ostico come descritto. Avanziamo e finalmente usciamo su un bellissimo spazio verde, dove sdraiarsi a prendere il sole sarebbe meraviglioso. Ma si continua, ora senza traccia evidente saliamo diretti verso le Pale dei Balconi. Dopo poco, durante la salita, incontriamo degli ometti. Siamo sulla giusta via. Continuiamo a salire fino alla cresta. A questo punto si dovrebbe puntare a sinistra, verso il cocuzzolo più alto per rintracciare il sentiero. Noi seguiamo l’andamento della cresta, ma più in basso, e solo dopo un bel po’ ritroviamo “a naso” il sentiero, ben segnato che scende verso Campo Boaro. E’ un sentiero talvolta su belle placche di roccia dolomitica, da affrontare senza difficoltà ma con attenzione. Nel tratto terminale prima dell’incrocio con il 766 si trova anche un rivolo d’acqua ristoratore.

A questo punto siamo nel tratto più facile, quello che seguono anche le mountainBike. E siamo infatti superati da un gruppone di 29 ciclisti, tra i quali ne primeggiano un paio con i freni rotti che scendono con molta cautela.

Conclusione, gran bella escursione, di grande effetto la visione del Cor, con quel fascino che trasmette grazie alla sua forma perfetta, che madre natura ha saputo creare in un punto particolare della montagna, isolato e difficile da raggiungere se non si conosce.
Un posto da visitare, per rimanere meravigliati di tanta perfezione, da rispettare e transitare con rispetto, per non lasciare le proprie tracce e custodirlo nel tempo inalterato.
E’ una escursione  in cui è richiesta attenzione e piede fermo, da considerare per escursionisti esperti.

Le foto di tramonto, notte e alba dal Cor sono presentate in occasione delle mie serate “Dall’alba al Tramonto nel Cuore delle Pale di San Martino“, proiezione multimediale delle mie escursioni su tutto il Gruppo delle Pale di San Martino

E’ disponibile la traccia GPS in formato trc e gpx dell’escursione. Richiedetemela senza problemi.

Di seguito si presentano molte foto di questa escursione, con particolari del percorso 

Noto dopo pochi giorni dalla pubblicazione di questo post, che è risultato di notevole gradimento visto il numero degli accessi!! Mi fa molto piacere e condividetelo pure nelle vostre pagine di Facebook o Twitter 🙂 , grazie !
Buona montagna!

 

Aggiornamento del 31/7/15

Nel sentiero che si stacca dal bivio per il Campo Boaro, si presentano dei problemucci scendendo verso il Canalone
IMG_7132Il nevaio nel canaloneVi è un importante nevaio sul fondo del canalone, alto almeno 3 m nel punto più basso. Per passarlo, in questo periodo, è necessario passare su un tronco di albero che si vede in foto. Alternativa è salire per il Campo Boaro fino alle Pale dei Balconi, e scendere quindi dall’alto.
Spero che le foto rendano bene l’idea.
Il terreno è molto friabile, e ho trovato la discesa più ostica di 3 anni fa.
Le condizioni sono chiaramente in evoluzione con lo sciogliersi del nevaio.

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