Bivacco Reali e Croda Granda – un’esperienza dal tramonto all’alba

La Croda Granda dalla Forcella dei Vani Alti30 e 31 luglio, un’esperienza alla Croda Granda, nella catena meridionale delle Pale di San Martino. Parto il venerdì pomeriggio dalla località Faustin 1330m , poco sopra Sarasin, alle 16,40. Il tempo non è buono. Poco prima di arrivare alla casera Cavallera 1679m comincia a piovere, e quindi comincio a bagnarmi e a inzuppare l’abbigliamento. Passo il bivacco Menegazzi dove c’è qualcuno che si sta scaldando con il caminetto.
Perdo il sentiero ma poco importa, la via è di fronte a me, si va avanti a fiuto. Attorno ai 2000m trovo il bivio tra il passo delle Mughe, che porta in direzione del Rifugio Treviso Tel 0439 62311 e il sentiero che va ai Vani Alti e quindi al Bivacco Reali 2650m. Da notare che incrocio prima del bivacco due carcasse di pecore morte …….
Proseguo a destra e il tempo sembra non passare mai. Per ora sono in tabella di marcia. Finalmente a 2350m arrivo in quella zona chiamata “La Scaleta”, per la caratteristica di essere una zona con passaggi di I° grado su roccia solida e caratterizzata da un altissimo numero di appigli. Questa zona si protrae per 100m, inizialmente con incedere facile e poi via via sempre più impegnativo. Alla fine si arriva all’ultimo caminetto di circa 5-10m in cui si sale quasi in verticale. Questo passaggio in discesa richiede di essere effettuato con schiena a valle.
Fuori di questo passaggio si è ormai nel vallone dei Vani Alti a 2450m. Procedo con la speranza che non manchi molto perchè comincio ad essere stanco. Intanto è finito di piovere, e un cielo azzurro ha sostituito quello plumbeo della partenza.
Continuo a salire e forse qui comincio a capire che non mi tornano i conti sul dislivello per arrivare al bivacco Reali. In effetti la carta Tabacco lo da’ a quota 2595, mentre è a 2650 m. Poca differenza, ma quando si è stanchi anche 50 m contano. E lo zaino è assai pesante. Esco alla fine dalla Forcella dei Vani alti e comincio la discesa verso il Bivacco Reali, che poco dopo appare. Di discesa sono circa 40m.
Non c’è nessuno al Bivacco. A questo punto sono circa le 19,40. Lascio un po’ di oggetti al bivacco e vado a vedere com’è il sentiero per salire alla Croda Granda. Mai decisione fu più saggia.
L’indomani mattina sarei infatti salito in cima per vedere l’alba, e con il buio spesso, anche se con la frontale, a volte non si vedono le indicazioni anche più banali.
Dal bivacco si scendono 50 m e poi si comincia la salita. Prima devo passare un canalone di neve. Impronte non ce ne sono, o meglio sono sate coperte da una recente nevicata. Passo pestando bene i piedi per marcare il passaggio. Fuori dalla neve dopo poco passo un ruscello d’acqua. Buono anche questo per dissetarsi. Poco avanti c’è un altro nevaio, ma con mia somma gioia il sentiero, marcato con bolli verdi, vi passa proprio sopra. E’ un sentierino da fare con attenzione, su roccia salda.
Uscito da questo passaggio che fa deviare dal nevaio si prende a sinistra per tagliare un costone e quindi si sale verso destra, verso una forcella che porta sul versante est della Croda Granda. Qui si sale su ghiaino friabile e faccio fatica, anche per la presenza di neve suppongo fresca. Annaspando arrivo alla forcella. E’ tardi, ora sono sull’altro versante della Croda. Non vedo neve. Mi accontento qui. Salgo 20m, mi sporgo sul costone per fare qualche foto e scendo. Bene penso, il terreno per l’indomani è preparato e ora lo conosco.
L’indomani mattina mi prendo per tempo e mi sveglio alle 4,00. Verso le 4,20 parto con calma.
Per fortuna ho fatto le tacche nella neve. Ora è ghiacciata e posso comunque posare in modo sicuro il piede nel primo nevaio.

La Madonnina di Vetta e me

In vetta sulla Croda Granda


Avanzo e come volevasi dimostrare sbaglio l’attacco per evitare il secondo nevaio, perchè me lo trovo davanti ….. eh eh, guardo un po’ sopra e scorgo il sentiero con i bolli. Poco male, correggo la via. La salita procede bene senza ulteriori intoppi fino al passo e al cambio di versante. Qui, dopo i primi metri perdo subito il sentiero. Poco male mi dico, la strada va sù 🙂 E procedo in verticale e spostandomi un po’ verso destra. In realtà il sentiero continua a destra prima di salire. Arrivo sull’anticima e scorgo quindi il sentiero più sotto, pochi metri e correggo il tiro. Saranno le 5,30 quando arrivo in vetta. Comincio a prepararmi per lo spettacolo, sinceramente un po’ freddino.
Sul libro di Vetta della Croda Granda 2849m trovo poche salite fatte quest’anno, e ciò mi sorprende, visto invece l’elevato numero di presenze al bivacco.
Rimango in vetta a godermi l’alba e l’atmosfera fin quasi le 7 e poi comincio la discesa. E’ una bellissima giornata con l’aria tersa.
Nella discesa troverò una sola persona, sui Vani Alti, con la quale ci scambiamo qualche parola. Poi più nessuno.
Molta attenzione sul passaggio delle scalette, dove nonostante l’ampia presenza di appigli la stanchezza può sempre riservare qualche sorpresa. Poi giù di corsa fino alla macchina.

Che dire ? Anche questa volta le Dolomiti e le Pale mi hanno appagato di tanta fatica. Su www.passeggiando.it ho inserito una relazione più completa e foto dell’escursione.

Un saluto e grazie per la visita

Tommaso

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